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TRIANGOLO ISOSCELE ...storia di una vendetta (parte quinta)
di Neottolemo
06.09.2018 |
6.596 |
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"Dopo le prime due portate Nadia era piena di piccoli lividi che però lungi dal darle dolore la facevano mugoniare dal piacere..."
Non avevo certamente atteso quei mesi per limitarmi a soddisfare la mia sete di rivalsa e il vizio di vendetta di Luisa per il suo eprentino abbandono. La punizione che avrebbe meritato nadia era stata costruita con attenzione ben più a lungo in modo che fosse per lei indimenticabile.
Risvegliai ben presto Luisa che andò in bagno a rissestarsi. In camera le feci trovare uno splendido vestito bianco semitrasparente e scarpe alte con il tacco. Era solo metà pomeriggio ma le finestre completamente chiuse e il chiarore delle candele, donava alla casa l’atmosfera da notte inoltrata.
In effetti forse poteva ricordare tropp il film di Kubrik ma non me ne curai molto, ero stato sceneggiatore, regista, e molto altro di quella giornata e ne avevo curato sommariamente anche la scenografia.
Essendo un abile cuoco, avevo sfruttato il tempo durante il quale le due troie dormivano, per cucinare alcune pietanze che sicuramente ci avrebbero ristorato dopo quella mattinata decisamente intensa.
Avevo apparecchiato la tavola alla moda dell’ottocento e dopo una veloce doccia, mi ero infilato uno splendido abito blu notte con camicia bianca e cravatta intonata.
Era tutto pronto e Luisa si stava vestendo e profumando nella camera grande, quando andai da Nadia per risvegliarla.
Nadia giaceva ancora assopita ed ammanettata alla struttura del letto, quando le buttai dell’acqua in viso.
“Svegliati cagna!!”
Nadia si ridestò e dopo un attimo di confusione, mi guardò negli occhi ritirandosi lungo la spalliera.
Mi avvicinai a lei e le accarezzai il viso mostrandole il dorso della mano come un padrone con il suo cane, lei dopo averlo leccato vi appoggiò la guancia strusciando la pelle della lungo la mia e .
Alla base del letto avevo appoggiato un classico vestito da cameriera francese e lo mostrai a Nadia.
“Vestiti e mettiti le scarpe che troverai qui davanti, non lavarti e non truccarti e vieni di la!!”.
Nadia obbedì, non avrebbe pouto scappare e anche se fosse uscita dalla casa eravamo in aperta campagna e non avrebbe trovato alcun aiuto.
Nadia inoltre, non poteva nascondere di aver goduto della dura prova a cui era stata sottoposta in quella mattinata. Il suo sguardo era pieno di godimento e la sua figa emetteva umori in continuazione mentre gustava il mio pene e lo squit di Luisa.
Nadia aveva goduto anche del senso di sottomissione al piacere che le aveva eletrizzato ogni suo nervo, dopo mesi che aveva assunto il comando della famiglia e annichilito il marito con il continuo ricordo del suo tradimento.
Nadia comparve sulla soglia della sala pranzo vestita da perfetta cameriera. Le calze di nylon si estendevano lungo le sue gambe lunghe ed affusolate fino alla guepierre che terminava nella gonnellona corta.
Il grembiulino nascondeva a malapena le mutandine che scomparivano fra le sue natiche, ed il bustino stretto irigidiva i seni indurendo i capezzoli.
La cuffietta poi raccoglieva i suoi capelli mettendo ancor più in risalto il volto sfatto dalle continue spruzzate in faccia di Luisa, e il rossetto sbavato dal mio pene che le aveva riempito la gola.
Dopo pochi passi già l’odore di sperma ed umori femminili si confondeva con quello della carne che avevo preparato, inondando l’aria quasi di un masma afrodisiaco che scatenava i feromoni miei e di Luisa.
Appena la vide luisa stessa non potè contenere un’occhiata di apprezzamento e invitò Nadia ad avvicinarsi.
“Ora troia veraci lo champagne!”. L’ordine di Luisa era stato perentorio e Nadia prese dalla bull ghiacciata che avevo preparato la bottiglia ancora imperlata dalle goccioline di ghiaccio e si apprestò a versare un bicchiere a Luisa.
“Non hai capito bene cagna! Quando ti dico di fare qualcosa devi rispondere si signora!!”
Nadi a denti stretti sibilò “Si Signora...” e sommessamente versò un bicchiere di champagne a Luisa versandone maldestramente qualche goccia sulla tovaglia.
Luisa prontamente le diede una sberla sul culo e le disse “STAI ATTENTA VACCA!!!”
Nadia si scuso abbassando gli occhi “mi spiace signora non accadrà mai più”.
“Sarà bene per te ora servi!!”.
Nadia iniziò a servire la cena mentre io e Luisa chiaccheravamo amabilmente. I tacchi alti le impedivano alcuni movimenti e pertanto rovesciava piccole godde del contenuto del sugo dell’arrosto sul piatto sporcandone il bordo.
Luisa studiava ogni suo movimento, ad ogni errore richiamava Nadia e la puniva con una scudisciata sul culo o una sberla.
All’ennesimo piccolo incidente fece togliere il bustino a Nadia e rimasta solo con mutandine e reggicalze la colpiva pizzicandole i seni o i capezzoli.
Dopo le prime due portate Nadia era piena di piccoli lividi che però lungi dal darle dolore la facevano mugoniare dal piacere.
Volli anche io approfittare delle punizioni inflitte e dopo che Nadia servì troppo bruscamente il pesce, la richiamai e la feci inginocchare di fronte alla mia sedia.
“Questo errore è stato troppo grave per una semplice sberla!” ora forza aprimi la cerniera e succhia il cazzo.
Il cibo mi aveva rinfrancato donandomi ogni mio vigore, ed il vino inebriato per cui estrassi i pene duro dalla patta e Nadia iniziò a succhiarmelo fino alla base. Le tenevo la testa e la facevo inghiottire dandole quel senso erotico di nausea che si avverte quando la gola è invasa. La saliva mi riempiva la patta del completo bagnando il tessuto mente con le anche le spingevo il cazzo in profondità. Luisa si era alzata e si era messa dietro di lei colpendola sul culo e dopo aver spostato il perizoma le tillava lo sfintere con la bottiglia dello champagne.
IL buco del culo già provato dalla mattinata cedette e il collo della bottiglia si infilò nel culo di Nadia. Luisa allora approggiata la bottiglia per terra staccò Nadia dal mio cazzo e tenuta per le spalle la obbligò ad impalarsi riempiendole il culo a più non posso. Lo spettacolo di Nadia la aveva infervorava, e noncurante del prezioso abito che indossava lo alzò, malamente alzato porgendo a Nadia la sua figa già densa di umori per essere leccata.
Nadia sobbalzava con il culo colmo dalla bottiglia che la stava duramente dilatando, leccando la figa di Luisa ed arpionandosi al tavolo per tenenersi in equilibrio.
Osservavo la scena menandomi dolcemente il cazzo per non perdere l’eccitazione quando Luisa fece alzare Nadia e la piegò prona sulla tavola.
“ed ora dopo lo champagne ci vuole il dolce!!! Giusto?”
“Si signora” riusci solamente a dire Nadia con il culo completamente aperto. Luisa prese la torta alla panna che avevo fatto preparare ed incominciò a riempire il buco del culo di Nadia, pendendone varie porzioni dal piatto fino a che non fu colmo.
Una volta che il culo fu farcito prese il piatto e vi fece affondare nei resti della torta il viso di Nadia “Lecca il piatto scrofa!!” si voltò verso di me ed ordinò “Inculala!!”.
Luisa era oramai tutt’uno nel suo ruolo di comando e soggiogava Nadia. Dovevo prendere in mano la situazione in modo che capisse che era solo una partecipante e non il tiranno di quel quadro.
La colpii con una sberla e la baciai. Subito dgli occhi di Luisa si abbassasoro e il demone della padrona la abbandono.
La presi per mano e la aiutai a salire sul tavolo mettendola prona di fronte alla faccia di Nadia che come una vera scrofa stava leccando il piatto della torta oramai squagliata.
Con la bocca ed il viso ricoperti di panna iniziò a leccare il culo di Luisa e la figa gustando appieno la commistine di perversi sapori, che la eccitava in modo convulso e impetuoso.
Mi misi dietro Nadia godendomi la scena ed iniziando ad incularla con foga nel culo farcito.
La panna schizzava ovunque sotto le spinte impetuose che colmavano il retto di Nadia. Luisa, interrompendo il trattamento a cui era sottoposta, prese la bottiglia di champagne e venne verso di noi annaspando sul tavolo e versava copiosamente il liquido cristallino ripulendo le natiche di Nadia che mugolava appieno per l’eccitazione.
Aumentai il ritmo dando ancora più foga e stringendo convulsamente i fianchi di Nadia che venne stringendomi il cazzo con lo sfintere fino a trattenerlo dentro di se.
AL culmine dell’eccitazione uscii da lei e Luisa mi pose repentinamente il piatto della torta dove, ormai non riuscendo più a trattenemi, sborai copiosamente.
Luisa, oramai completamente convulsa da quella scena orgiastica, inizio a mangiare la torta colma di sperma e ppi si buttò su Nadia che era stremata adagiata sul tavolo con il culo per aria, e la baciò.
Non rieuscivo neppure ad immaginare quale unione di sapori misti del culo di Luisa del mio sperma della torta oramai infradiciata dei rimasugli dei nostri umori, vi potesse essere nella bocca delle due troie, ma mi godevo la scena.
Fissi stato Alberto mi sarei preoccupato della nuova comunanza che si stava creando tra Nadia e Luisa, le cose che avrebbero potuto fare, e come da nemiche si stessero trasformando in due cagne alleate pronte ad ogni cosa.
MI abbandonai sulla sedia per recuperare le energie mentre le due troie continuavano a contorcere le loro lingue ed a leccarsi i rimasugli di torta dal viso.
Mi godetti la scena per qualche minuto e poi richiamai Luisa “Porta Nadia a lavarsi e prepararsi!”
Si stava preannunciando il gran finale… (fine quinta parte)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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